Il Quaderno dell’Associazione per gli studi e le ricerche parlamentari giunge con questo volume al suo ventisettesimo numero. È opportuno ricordare che l’Associazione, quale “Centro di eccellenza” dell’Ateneo fiorentino, collabora con molte istituzioni che contribuiscono alla sua attivit...
Il Quaderno dell’Associazione per gli studi e le ricerche parlamentari giunge con questo volume al suo ventisettesimo numero. È opportuno ricordare che l’Associazione, quale “Centro di eccellenza” dell’Ateneo fiorentino, collabora con molte istituzioni che contribuiscono alla sua attività formativa e di ricerca e al suo sostegno: Camera dei deputati, Senato della Repubblica, Presidenza del Consiglio dei ministri, alcuni Consigli Regionali. Una collaborazione che investe anche attività di stage e specifichi percorsi didattici. L’Associazione si avvale anche del supporto essenziale della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, oltre che del sostegno della Presidenza della Regione Toscana. L’Università degli studi di Firenze e in particolare i Dipartimenti di Scienze giuridiche e di Scienze politiche e sociali, mantengono con l’Associazione uno storico e organico legame che risale al 1967. Da allora lo scopo dell’Associazione non è cambiato: mobilitare le migliori conoscenze analitiche e dottrinarie nelle discipline inerenti alla funzionalità delle istituzioni per formare giovani esperti orientati alle tecnostrutture delle assemblee elettive.
Il Quaderno n. 27 raccoglie alcune delle lezioni tenute durante il corso seminariale del 2023. Come sempre, si tratta di lezioni collegate all’agenda politico-istituzionale italiana e alle sue dinamiche contemporanee. Tra queste spicca di certo la tematica dell’autonomia regionale e il Quaderno testimonia l’attenzione con cui il Seminario ne ha affrontato i profili più rilevanti durante il relativo anno di corso.
Così, un saggio propedeutico di Giulio M. Salerno ci introduce al tema nel suo insieme ovvero alle questioni legate all’art. 116, comma 3, Cost. e alla sua attuazione «nella prospettiva della forma di Stato e della forma di Governo», mentre Claudia Tubertini propone una rivisitazione del sistema delle autonomie e analizza le conseguenze sul medesimo delle riforme attualmente in corso d’opera; e Annamaria Poggi ritorna al disegno originario delle autonomie territoriali per evidenziarne il processo evolutivo e le sue criticità. Ad un tempo, vengono analizzate l’evoluzione giurisprudenziale del “regionalismo” nei confronti della legislazione e la storia dell’“approccio” della Corte costituzionale alle Regioni: da parte, rispettivamente, di Andrea Morrone e Lorenza Violini. L’autonomia regionale viene poi posta sotto la lente di due ambiti di policy “costitutivi”. Ossia la tutela della salute, mediante un contributo di Camilla Buzzacchi; e il governo della finanza pubblica, che ha appunto nel raccordo tra Stato e autonomie territoriali uno snodo decisivo: e che Franco Gallo sottopone a specifica osservazione, mentre Marcello Cecchetti lo tratta nella prospettiva dell’azione della Corte dei conti sui bilanci regionali.
Solo in apparenza eccentrici sono poi due altri contributi che il Quaderno annovera nell’edizione 27. Vale a dire un saggio di Elena Carpegna Brivio che entra in un’area tematica virtualmente cruciale per qualunque parlamento che voglia dotarsi o recuperare una qualche rilevanza “sostanziale” al di là delle improbabili retoriche sulla “centralità” delle assemblee elettive. E cioè la loro capacità di valutare, dunque di controllare, correggere e orientare le politiche pubbliche. Le quali, ove superino una soglia minima di complessità tecnica, investono – comunque e quantunque – una pluralità di livelli di governo tra Stato, Regioni, amministrazioni locali. Neppure appaia marginale, per ciò stesso, il contributo di Roberto Chieppa che, in tanta pluralità di istanze e relazioni intergovernative e in tanto conseguente fabbisogno di coordinamento, ci sollecita a considerare con la necessaria attenzione il ruolo, oltre che le funzioni, del Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Come si vede, anche questo nuovo Quaderno è assolutamente “dentro” uno dei profili essenziali in cui la congiuntura politico-istituzionale dell’Italia dei nostri giorni appare dibattersi. Ma privilegia un’angolazione riflessiva tutt’altro che contingente, bensì correlata ai processi e alle ragioni di lungo andare. In una prospettiva analitica che da sempre è tipica del Seminario e che costituisce uno dei profili qualificanti del suo metodo di ricerca e di formazione.