La pluralità in ambito religioso è un fenomeno ormai diffuso nell’ambiente sociale della civiltà contemporanea, che vede una progressiva moltiplicazione delle presenze religiose, sia delle religioni tradizionali che vantano un rapporto consolidato con la tradizione occidentale, sia di altre rel...
La pluralità in ambito religioso è un fenomeno ormai diffuso nell’ambiente sociale della civiltà contemporanea, che vede una progressiva moltiplicazione delle presenze religiose, sia delle religioni tradizionali che vantano un rapporto consolidato con la tradizione occidentale, sia di altre religioni che provengono da altri paesi e da altre culture. La pluralità, oltre che essere un dato di fatto, è anche un valore da tutelare come espressione della legittima convivenza delle diverse fedi religiose e del loro eguale diritto a esistere e a soddisfare liberamente gli interessi religiosi dei propri aderenti. Ogni religione, peraltro, è portatrice di una specifica identità, con un proprio patrimonio di valori e un peculiare progetto di vita. La compresenza di più identità religiose, quindi, pone un problema non solo di moltiplicazione numerica dei soggetti sociali, ma, ben maggiormente, di diversificazione sostanziale dei modi di intendere la propria presenza e i rapporti di convivenza con le altre fedi e con le istituzioni che presiedono la comunità civile e politica.
Regolare la convivenza delle religioni risulta così una funzione complessa, in quanto implica non solo di lasciare spazio alla libertà privata dei credenti di vivere la propria fede, ma richiede di integrare nel tessuto comune le diverse visioni del mondo che si accompagnano a un diverso modo di intendere il vivere insieme, con una risonanza che si riflette sull’intera società.
Nello studio delle norme giuridiche che ciascuno Stato ha disposto per regolare la convivenza delle religioni, pertanto, è importante tenere conto della specialità dei rapporti tra le religioni e gli Stati.
La religione è in sé un fenomeno complesso che coinvolge piani distinti, e questa complessità è il tratto distintivo che la differenzia da altri orientamenti ideologici di matrice filosofica. Ogni credo religioso, infatti, è portatore di un sistema originario di principi e di regole che fanno riferimento a una dimensione, quella spirituale, che trascende la competenza dello Stato, in quanto è estranea ai suoi fini e al suo ambito di azione. Inoltre, i precetti religiosi disciplinano tanto il foro interno quanto il foro esterno: il piano del foro interno riguarda le convinzioni interiori della persona per l’adesione alle verità di fede; il piano del foro esterno, invece, concerne la ricaduta sul piano personale, sociale e politico della peculiare visione religiosa sul destino dell’uomo e sui rapporti sociali. Le credenze religiose, quindi, non si esauriscono nella professione di una dottrina teorica, ma si traducono in manifestazioni esterne, nell’osservanza di riti e di altre pratiche che coinvolgono il comportamento delle persone sia nella vita privata che nella sfera pubblica.