Garantire la diversità culturale costituisce una sfida di importanza cruciale per la società odierna. Se per cultura si intende l’insieme degli elementi distintivi di carattere spirituale, materiale, intellettuale ed emotivo che contraddistinguono un gruppo sociale in un dato momento storico, e ...
Garantire la diversità culturale costituisce una sfida di importanza cruciale per la società odierna. Se per cultura si intende l’insieme degli elementi distintivi di carattere spirituale, materiale, intellettuale ed emotivo che contraddistinguono un gruppo sociale in un dato momento storico, e che comprendono, oltre ad arte e letteratura, gli stili di vita, i modi di convivenza, i sistemi di valori, le tradizioni, le credenze e la religione, la tutela della diversità culturale oggi rappresenta senza dubbio una questione centrale, e quanto mai irrisolta. Ferma l’importanza della diversità culturale, «tratto distintivo [...] di una società democratica», non si può tacere tuttavia che talvolta la cultura è invocata anche come giustificazione per l’attuazione di pratiche tradizionali e l’applicazione di precetti, prescritti nei diritti tradizionali o religiosi, effettivamente o potenzialmente confliggenti con la tutela dei diritti umani. Il presente studio esamina le problematiche di carattere internazional-pubblicistico e internazional-privatistico che attengono al complesso bilanciamento tra le due esigenze, da un lato, di proteggere la diversità culturale e le differenti identità culturali e, dall’altro, di tutelare i diritti umani, nei casi in cui il loro rispetto è messo a repentaglio dall’attuazione di queste pratiche o dall’applicazione di questi precetti.
L’indagine si concentra, in particolare, sull’ambito delle relazioni familiari. Si tratta di un campo estremamente delicato, in quanto contraddistinto da consuetudini frequentemente connaturate all’appartenenza a comunità sociali o religiose e all’adesione al sistema dei valori, alle tradizioni, agli stili di vita e ai precetti da queste seguite. Pratiche tradizionali e religiose, stili di vita, precetti e consuetudini, espressione di culture diverse, sono in via di principio meritevoli di protezione ai sensi del diritto internazionale; ciò nonostante, essi talvolta confliggono con il rispetto di diritti riconosciuti come essenziali. Come rileva il Working Group delle Nazioni Unite on the Issue of Discrimination against Women in Law, persiste, ad esempio, in ambito familiare un approccio discriminatorio di genere, fondato sulla religione e sul ricorso a giustificazioni di carattere culturale, poste a fondamento di leggi discriminatorie o prassi confliggenti con i diritti umani. Il Gruppo ritiene che la discriminazione troppo spesso abbia inizio proprio in famiglia, dove, ad esempio, le donne e le ragazze sono frequentemente costrette a rivestire ruoli stereotipati e secondari, sopportare pratiche dannose, subire l’oppressione patriarcale e significative violazioni dei diritti umani, tra cui violenza domestica e abusi sessuali. Con il pretesto di proteggere la famiglia, alcuni Stati stanno assumendo o hanno già assunto iniziative volte a diluire il rispetto dei diritti umani, ragion per cui, pur riconoscendo che la famiglia è la struttura fondamentale della società, il Gruppo di lavoro insiste sulla necessità di riaffermare il diritto delle donne all’uguaglianza in tutti gli aspetti della vita familiare e affrontare le crescenti sfide poste alla parità di genere in nome della cultura e della religione.