Per questo Natale, Giappichelli ti offre due volumi imperdibili ad un prezzo speciale: “Dodici qualità per sopravvivere in tribunale (e non è nemmeno certo)” di Giacomo Ebner e “Quale Giustizia? Esperienze e riflessioni di un giudice” di Michele Leoni, disponibi...
Per questo Natale, Giappichelli ti offre due volumi imperdibili ad un prezzo speciale: “Dodici qualità per sopravvivere in tribunale (e non è nemmeno certo)” di Giacomo Ebner e “Quale Giustizia? Esperienze e riflessioni di un giudice” di Michele Leoni, disponibili a soli € 20,00 (spese di spedizione incluse). Non lasciarteli scappare: la promozione è valida fino al 18 dicembre!
Dodici qualità per sopravvivere in tribunale (e non è nemmeno certo), di Giacomo Ebner
“Nella parola legalità è contenuta la parola lealtà.Lealtà vuol dire osservare la legge anche se nessuno ti guarda e nessuno ti punisce”Può un giudice essere travolto dai peperoni e rimanere illeso? Avvocati e magistrati possono avere gratitudine e rispetto gli uni per gli altri? Quali scuse inventa un cliente col proprio difensore per non pagarlo? Esistono i testimoni sfortunati? Che qualità devi avere insomma per cavartela in un Tribunale?
A queste ed altre domande prova a rispondere Dodici qualità per sopravvivere in tribunale (e non è nemmeno certo)", un piccolo manuale di sopravvivenza per tutti, che è al tempo stesso un codice deontologico semiserio per avvocati e magistrati e una dichiarazione d’amore per i due mestieri."
Quale Giustizia? Esperienze e riflessioni di un giudice, di Michele Leoni
“La norma vorrebbe essere astratta, ma la giustizia è tutt’altro che asettica”.
Per questo giudicare il proprio simile può essere cosa assai ardua.
Spesso infatti ci si scontra con drammi umani e con i loro molteplici riflessi morali, che poco hanno a che fare con la durezza e l’inesorabilità della norma scritta e con l’inefficienza di un sistema che non è all’altezza. In che modo un giudice può interiorizzare queste storie, in che modo lo arricchiscono, lo turbano, lo inducono a riflettere, oppure gli stimolano rimozione e distacco? Anche un giudice può trovarsi a fare i conti con le proprie fragilità e la propria interiorità, e sentirsi a metà fra il diritto e la morale quando fra la compassione e la legge non è quest’ultima a inclinare verso la giustizia.
E’ facile dire: “bisognerebbe buttare via la chiave” stando seduti in poltrona o conversando tranquillamente a una cena fra amici.
Mettere la propria firma sotto un ordine di carcerazione o una sentenza di condanna è un’altra cosa.