Il prelegato costituisce uno dei temi più dibattuti nella dottrina romanistica che si occupa di diritto ereditario. Il volume, analizzando la ricca casistica del diritto romano classico, identifica da un lato la natura del prelegato, quale istituto in forza del quale il legatario che sia anche ered...
Il prelegato costituisce uno dei temi più dibattuti nella dottrina romanistica che si occupa di diritto ereditario. Il volume, analizzando la ricca casistica del diritto romano classico, identifica da un lato la natura del prelegato, quale istituto in forza del quale il legatario che sia anche erede ha diritto di conseguire per intero quanto previsto a suo favore dalla disposizione a titolo particolare in prededuzione e, in aggiunta, la propria quota di eredità (assegnatagli per testamento o dalla legge); dall’altro la significazione storica di questo istituto, vedendone la forza e lo sviluppo dal diritto romano classico, al diritto comune sino al diritto civile e forale spagnolo e, più in generale, europeo. L’Autrice si sofferma con attenzione sulle formule dei legati sottolineandone l’importanza e l’incidenza sul regime, sul contenuto e sull’ermeneutica; studia le discussioni tra le scuole dei giuristi classici e dei rescritti imperiali, evidenziando il passaggio dall’importanza delle forme verbali della prassi negoziale al primato della volontà del testatore, passaggio del quale l’Autrice sottolinea, dialogando criticamente con la romanistica europea dell’Otto-novecento e con i romanisti moderni, le novità e il superamento di aspetti formali che hanno determinato mutamenti e novità, nella riflessione dei giuristi, fino a consentire l’ammissibilità di legati per praeceptionem a favore di persone non istituite eredi. Altre tematiche cruciali trattate dall’Autrice riguardano la translatio legati, le limitazioni al contenuto di questi, le regole sul momento dell’acquisto dell’onorato, le cause di nullità e gli effetti di queste.La trattazione della Studiosa consente così di percepire gli aspetti problematici connessi a un profilo del diritto romano (la disposizione a titolo particolare che il testatore abbia ordinato a favore del soggetto che sia stato parallelamente chiamato come erede) che è risultato tra i più complessi dell’ordinamento giuridico classico (e non diversamente di quello contemporaneo); aspetti che, al di fuori di una visione evolutiva-storica e di diritto vivente non sono facilmente percepibili, e di fatto non sono stati per lo più percepiti.
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