La precipua finalità del presente lavoro è quella di voler fornire un utile supporto didattico agli studenti del corso di laurea triennale (L-14, denominato, presso l’Università di Pisa, Diritto dell’impresa, del lavoro e delle pubbliche amministrazioni), che abbiano optato per l’indirizzo ...
La precipua finalità del presente lavoro è quella di voler fornire un utile supporto didattico agli studenti del corso di laurea triennale (L-14, denominato, presso l’Università di Pisa, Diritto dell’impresa, del lavoro e delle pubbliche amministrazioni), che abbiano optato per l’indirizzo privatistico e si trovino così ad affrontare lo studio delle basi del diritto privato romano. Nella sua redazione, come è logico, ho tenuto conto del mio Manuale, apparso nel 2019 e riedito nel 2022, di cui ho però modificato significativamente la struttura ed i contenuti.
La prima è modellata su quella del vigente Codice civile italiano, integrata con riferimenti elementari al processo privato. Una tale scelta non è dipesa dalla volontà né di rendere l’insegnamento romanistico ancillare al diritto privato moderno, né di affermare ad ogni costo una continuità tra i due, omettendo le diverse esperienze giuridiche intermedie. Sono stati invece gli obiettivi formativi del corso triennale a convincermi dell’opportunità di offrire un quadro generale, per quanto sintetico, che permetta di comprendere al meglio i molti nessi tra normative attuali e loro radici storiche. È cosa nota, infatti, che nelle lauree giuridiche triennali si intende accentuare il carattere professionalizzante, in assenza del quale, purtroppo, in una prospettiva ormai prossima, una materia di diritto romano è destinata a non avere più uno spazio, se non se ne dimostra l’utilità.
Quanto ai contenuti, sono stati ridotti e semplificati sempre in ossequio ai suddetti obiettivi formativi, senza però rinunciare a toccare anche problematiche nuove di grande attualità, per le quali vale la pena compiere brevi riflessioni in chiave di comparazione diacronica. Per farlo, come ho affermato in altre occasioni, è necessario talvolta rompere certi schemi tradizionali di insegnamento del diritto romano e sottolineare i molteplici aspetti dell’esperienza giuridica contemporanea che necessitano ancora, almeno a mio avviso, di confrontarsi con valori e principi insiti in quella dei Romani. Ho prestato, comunque, attenzione a non confondere quest’ultima con la tradizione romanistica, che su di essa si è sviluppata per secoli nell’Europa continentale (e non solo).
Tenendo conto delle finalità didattiche, ho confermato la mia preferenza per il metodo storico-sistematico, ancor oggi maggiormente in uso nell’insegnamento universitario del diritto privato romano, ed ho esposto le materie secondo lo schema: fonti, persone e famiglia, successioni e donazione, diritti reali e possesso, obbligazioni, esercizio delle attività economiche e tutela giurisdizionale dei diritti, ripercorrendone in breve, per ognuna, la storia. È stata una presa di posizione consapevole, dettata da anni di esperienza, che mi hanno dimostrato quanto sia più agevole per gli studenti l’apprendimento secondo tale metodologia e schema espositivo.