La parola “Terzo settore” designa oggi quei soggetti collettivi (associazioni, fondazioni, società) che perseguono «finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale» senza scopo lucrativo, differenziandosi dal mercato e dallo Stato. Emanuele Rossi e Stefano Zamagni li descrivono come ...
La parola “Terzo settore” designa oggi quei soggetti collettivi (associazioni, fondazioni, società) che perseguono «finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale» senza scopo lucrativo, differenziandosi dal mercato e dallo Stato. Emanuele Rossi e Stefano Zamagni li descrivono come «quei soggetti che si distanziano rispetto al mercato da un lato e dallo Stato dall’altro, configurando una sfera di azione che non è totalmente privata ma neppure assimilabile al pubblico. In tal senso sempre vi è stato, nell’esperienza italiana, un “Terzo settore”». In effetti, prima del Terzo settore come oggi è inteso e regolato dal codice, esistono in Italia molteplici istituzioni di assistenza, carità e previdenza fondate da laici, espressione di uno slancio di solidarietà, prima privata che pubblica, per i poveri e altri soggetti deboli che, nell’Italia delle città medievali e moderne, ha dato vita ad una fitta rete di strutture, correlate alla Chiesa e successivamente anche ai poteri pubblici cittadini, comunali o signorili, corrispondendo ad esigenze di impegno sociale, religioso, ma anche civico, dei laici. Nella temperie medievale e moderna, che assumiamo come oggetto della nostra indagine, gli attori della funzione assistenziale e previdenziale sono stati anche i laici, che hanno creato appositi enti collettivi per perseguire tali attività. Le ricerche storiche hanno molto indagato sulle varie forme assunte dai primi esempi di welfare nei secoli XII-XVIII, nei diversi contesti locali. Queste organizzazioni sono la preistoria di quelle “opere pie”, che saranno riorganizzate nell’età napoleonica, preunitaria e infine unitaria, quando lo Stato italiano adotta soluzioni nuove per i compiti assistenziali e previdenziali, caratterizzate dall’intervento pubblico.