La nostra società si trova in una fase di transizione, verso significativi cambi di paradigma, agli albori di un nuovo millennio.
Nel momento in cui scriviamo, sono stati sviluppati e implementati sistemi di progettazione di mondi virtuali ormai del tutto emulativi del mondo reale.
Si apre quindi u...
La nostra società si trova in una fase di transizione, verso significativi cambi di paradigma, agli albori di un nuovo millennio.
Nel momento in cui scriviamo, sono stati sviluppati e implementati sistemi di progettazione di mondi virtuali ormai del tutto emulativi del mondo reale.
Si apre quindi un’epoca di definitiva trasposizione del mondo reale in un contesto virtuale dalle infinite potenzialità, sciolto da vincoli di tempo e di spazio: un mondo senza limiti, nel quale potremo interagire con chi vogliamo, perseguendo obiettivi, desideri e progetti.
D’altra parte, la connettività piena e pervasiva è ormai una realtà ambientale a cui siamo abituati: allorché, ad esempio, guardare le vetrine diviene fare shopping su internet e non significa più camminare per strada, ma navigare sul web, è evidente come il processo di smateralizzazione delle nostre esperienze sia già in atto, e come la figura dell’individuo, entità unica e irripetibile sia, allo stesso tempo, progressivamente erosa, persino nel concetto di identità personale.
Nel contesto dato, la logica informazionale ha esacerbato questo cambiamento e determinerà – malgrado ogni tensione avversa – una profonda e inarrestabile trasformazione, in un tempo incompatibile con quello che parrebbe necessario al fine di predisporre i dovuti processi decisionali, ad oggi ancorati a un passato che nei fatti già non esiste più.
Abbiamo iniziato a percepire persino noi stessi come omologati alla rete, non più unici, ma uguali a miliardi di altri individui, a concepire ogni persona secondo schemi precostituiti, in base a informazioni che riguardano il credo, l’opinione, il ruolo familiare, o la posizione lavorativa, che ne determina la classe sociale di appartenenza.
In quanto utenti, siamo continuamente spinti a fare affidamento su indicatori, in luogo di reali sensazioni ed esperienze: anziché sperimentare tutti i ristoranti della città, ad esempio, ci affidiamo alle recensioni degli utenti sulle app online.
I profili, dunque, fanno le veci degli individui e delle imprese che rappresentano: se il numero di pagine linkate diviene un indice di rilevanza e importanza, i “like” sono un indice di gradimento e le recensioni un indice di affidabilità.
Le forme tradizionali dell’offerta di servizi e di beni dovranno gioco-forza cedere il passo (e lo fanno già ora) a nuove ed evolute modalità di accesso e fruizione, in grado di arricchire l’esperienza, trasferita e acquisita in modalità innovative.
Il concetto di umanità diviene mutevole, abbandonando progressivamente modelli tradizionali, che hanno funzionato per decenni, abbracciandone di nuovi e accedendo a inesplorate e non sperimentate vie alternative.