La presente ricerca intende approfondire la tematica dei conflitti di potestas iudicandi tra arbitrato e giurisdizione statale, allorquando la medesima causa sia dedotta, contestualmente o in momenti successivi, dinanzi all’arbitro e al giudice statale. Tale tematica, in ragione del vuoto normativ...
La presente ricerca intende approfondire la tematica dei conflitti di potestas iudicandi tra arbitrato e giurisdizione statale, allorquando la medesima causa sia dedotta, contestualmente o in momenti successivi, dinanzi all’arbitro e al giudice statale. Tale tematica, in ragione del vuoto normativo, è stata oggetto di un intenso dibattito dottrinale e giurisprudenziale prima della riforma del 2006 (che, come vedremo, pur introducendo per la prima volta delle norme espresse che governano alcuni profili dei suddetti conflitti, non ha assolutamente chiarito tutti i problemi di inquadramento teorico e pratico-applicativi). I problemi originati da questa fattispecie rispetto a quella, speculare, che può verificarsi nei rapporti tra giudici statali, risiedono essenzialmente in ciò, che, da un lato, la natura tendenzialmente (o di norma) esclusiva del patto arbitrale non osta al fatto che la medesima causa, originariamente deferita in arbitrato dalle parti mediante la stipulazione di quel patto, venga altresì dedotta (per le ragioni più svariate: incertezza sulla validità ed efficacia del patto; incertezza sul suo ambito oggettivo o soggettivo di applicazione; tattiche dilatorie e azioni di disturbo …), in sede giudiziale da una delle parti (che può essere la stessa che abbia agito in arbitrato, oppure la controparte della parte attrice in arbitrato che agisca in accertamento negativo in sede giudiziale in relazione al medesimo rapporto giuridico, già dedotto in sede arbitrale); dall’altro, che il parallelismo di due procedure (arbitrale e giudiziale) sulla medesima causa o, in altri termini, la questione di litispendenza tra arbitrato e giudizio statale è sempre stata inquadrata come una questione di competenza, o di potestas iudicandi, che l’arbitro e il giudice statale, in ossequio al principio Kompetenz Kompetenz, sono legittimati a valutare in piena autonomia, indipendentemente e dalla pendenza della medesima causa dinanzi all’altro organo, e dall’eventuale valutazione da questi già compiuta.