In un contesto di rapido e costante mutamento scientifico e tecnologico, la precarietà dei saperi rende difficile predeterminare, in termini di risk assessment, gli “effetti collaterali” delle attività produttive. Di fronte a trame eziologiche complesse, plurifattoriali ed a formazione progres...
In un contesto di rapido e costante mutamento scientifico e tecnologico, la precarietà dei saperi rende difficile predeterminare, in termini di risk assessment, gli “effetti collaterali” delle attività produttive. Di fronte a trame eziologiche complesse, plurifattoriali ed a formazione progressiva, è sempre più arduo prevedere quali saranno le conseguenze e le ricadute delle scelte nel futuro, anche in relazione a beni giuridici di primaria importanza, come l’incolumità pubblica ed individuale. Come osserva U. Beck, il contesto aleatorio, che attraversa ormai trasversalmente i molteplici ambiti del vivere sociale, contraddistingue e definisce l’attuale “società del rischio” (Risikogesellschaft). È proprio in un simile contesto che, in caso di esiti infausti, il giudice penale è chiamato all’arduo compito di valutare, in sede di prognosi postuma (nachträgliche Prognose), la prevedibilità di un evento ex post facto, nella prospettiva ex ante dell’agente. La prognosi postuma implica uno sforzo ricostruttivo considerevole, assimilabile alla ricomposizione di un puzzle, dovendosi prendere in considerazione il complesso gnoseologico disponibile al momento del fatto, composto da dati scientifici ed empirici – talvolta, non ancora pienamente accertati o in via di consolidamento – e di calcolarne la rispettiva interferenza. Tra i vari ambiti che presuppongono il ricorso al modello della prognosi postuma nel diritto penale – idoneità degli atti nel tentativo, verifica del pericolo concreto, idoneità preventiva dei modelli di gestione e di organizzazione – un settore in cui tale paradigma assume una rilevanza cruciale è quello dell’accertamento della colpa. Come vedremo, è proprio con riferimento a tale complessa valutazione che si registrano le più significative discrasie tra la prospettiva ex ante dell’agente e quella ex post del giudice. In questo senso, l’accertamento della colpa costituisce l’angolo prospettico privilegiato da cui valutare le criticità tipiche del giudizio retrospettivo: il c.d. future in the past.
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