Dove va il diritto penale, quali sono i suoi itinerari attuali e le sue prevedibili prospettive di sviluppo? Ipertrofia e diritto penale minimo, affermazione simbolica di valori ed efficienza utilitaristica, personalismo ed esigenze collettive, sono soltanto alcune delle grandi alternative che l&rsq...
Dove va il diritto penale, quali sono i suoi itinerari attuali e le sue prevedibili prospettive di sviluppo? Ipertrofia e diritto penale minimo, affermazione simbolica di valori ed efficienza utilitaristica, personalismo ed esigenze collettive, sono soltanto alcune delle grandi alternative che l’attuale diritto penale della transizione si trova, oggi più di ieri, a dover affrontare e bilanciare.
Senza contare il riproporsi delle tematiche fondamentali relative ai presupposti soggettivi della responsabilità penale, di cui appare necessario un ripensamento in una prospettiva integrata tra dogmatica e scienze empirico-sociali.
Il testo “La responsabilità per l'attività autorizzata nei settori dell'ambiente e del territorio” di Andrea Di Landro, si apre infatti con un primo capitolo dedicato all’ “approccio al problema”: si parla delle origini del problema della responsabilità penale per lo svolgimento di attività autorizzata (l’abolizione del contenzioso amministrativo ed i limiti alla giurisdizione del giudice ordinario) e dei limiti al potere di disapplicazione in materia penale chiedendosi se sia ammissibile la c.d. disapplicazione in malam partem.
Nel secondo capitolo si analizza il passaggio che va dalla “disapplicazione” al “sindacato” del giudice ordinario sull’atto amministrativo, alla luce dell’interesse sostanziale tutelato dalla normativa di settore. Le eccezionali ipotesi di punibilità del destinatario del provvedimento amministrativo proseguono il discorso guardando alle fattispecie in cui l’atto amministrativo (ovvero l’assenza di questo) è elemento costitutivo tipico, “interno” alla norma.
Successivamente si studiano le fattispecie contenenti clausole di antigiuridicità speciale e le altre ipotesi in cui si può rispondere penalmente per l’attività autorizzata. Quest’ultima contestualmente ai danni ambientali nel Regno Unito, precedono lo studio delle altre forme di tutela dai danni ambientali derivanti dall’attività autorizzata nella normativa extra-penale di alcuni paesi europei; ci si chiede infine se sia punibile il pubblico funzionario che ha rilasciato l’atto.