Il Consiglio di Stato e dei Memoriali del Regno di Sardegna, così ufficialmente denominato nel 1749, costituisce l’evoluzione d’un preesistente Consiglio di Stato riorganizzato intorno al 1559, a sua volta erede del medievale Consilium cum domino dei Duchi di Savoia. In linea di p...
Il Consiglio di Stato e dei Memoriali del Regno di Sardegna, così ufficialmente denominato nel 1749, costituisce l’evoluzione d’un preesistente Consiglio di Stato riorganizzato intorno al 1559, a sua volta erede del medievale Consilium cum domino dei Duchi di Savoia. In linea di principio, esso doveva consigliare e all’occorrenza coadiuvare il principe in tutti gli atti di governo di particolare importanza, fossero essi di natura politica, giurisdizionale o legislativa.
La pratica di governo autocratica della dinastia determinò tuttavia un progressivo appannamento del suo ruolo politico, mentre ne rimase in stato di costante operatività – sino al 1831 – la ‘sezione giuridica’: un corpo polifunzionale di giuristi – i Referendari – posti agli ordini del Gran Cancelliere, prima carica della monarchia, anch’esso giurista.
Destinato a generali funzioni di consulenza giuridica, l'attività primaria e quotidiana di quest'organo fu, lungo tutto il corso della sua storia, soprattutto quella dello studio e della relazione al principe dei ricorsi/suppliche ad esso direttamente indirizzati: i “memoriali”, donde il nome di Consiglio dei Memoriali assunto nella prima metà del ’700. Questi ricorsi consistevano in massima parte in richieste di deroga in via di grazia a specifiche previsioni del diritto positivo, ed involvevano in quanto tali l’esercizio d’una prerogativa riservata esclusivamente al principe, secondo le modalità tipiche della “giustizia ritenuta”: in linea di principio, il Consiglio doveva verificare se, nei singoli casi, sussistesse una iusta causa idonea a giustificare l’esercizio da parte del sovrano delle proprie eccezionali e riservate potestà derogatorie.
Si perpetuarono così per secoli, nel cuore dell’apparato di governo della monarchia, le teorie sulla absoluta potestas del princeps elaborate dai giuristi medievali.